In merito alla notizia dell’imminente chiusura del laboratorio di analisi del Distretto Sanitario n°25 ospitato presso la sede ex INAM di via Winspeare a Fuorigrotta, il Capogruppo del P.d.L. Carlo Lamura ha dichiarato: "Rivolgo un accorato appello al Presidente della Giunta Regionale, on. Caldoro, perché sia scongiurata l’ipotesi di chiusura del laboratorio di analisi e patologia clinica del Distretto 25, indispensabile e unico presidio sanitario territoriale dei quartieri flegrei della nostra città". "Il laboratorio di analisi di Fuorigrotta, recentemente ristrutturato dopo anni di interminabili lavori, è dotato delle apparecchiature dignostiche e strumentali per indagini cliniche e microbiologiche alla avanguardia in tutta la Regione Campania. Esso costituisce un fiore all’occhiello per la Sanità Pubblica - aggiunge Lamura - e fornisce assistenza di qualità ad una utenza che supera i 250.000 abitanti con gli assistiti dei quartieri di Fuorigrotta, Bagnoli, Soccavo e Pianura, oltre a diversi altri Distretti sanitari della città che convergono su questo polo diagnostico di eccellenza dell’area Flegrea". "Un laboratorio di analisi che effettua oltre 200.000 prestazioni annue con una media giornaliera di oltre 80/100 prelievi". "Non si può cancellare così, a cuor leggero, un presidio sanitario che garantisce prestazioni eccezionali tanto in termini numerici che di qualità della risposta diagnostica. Non può essere compiuta una scelta di dubbia efficacia caricando sul laboratorio di analisi dell’Ospedale San Paolo la vasta platea degli assistiti del comprensorio flegreo. Significherebbe appesantire l’Ospedale di via Terracina a danno della qualità della assistenza sanitaria dello stesso nosocomio Flegreo". "Sulla salute non si scherza - conclude Lamura - e pertanto siamo certi che il Presidente Caldoro saprà revocare la valutazione frettolosa e per certi versi scandalosa compiuta dall’ex Commissario Straordinario Zuccatelli che, con questa proposta delirante di presunta razionalizazione della spesa sanitaria, dimostra totale ignoranza della realtà napoletana e delle esigenze di tutela della salute pubblica di un comprensorio densamente popolato, cui afferisce un solo presidio ospedaliero, già abbondantemente sovraffollato e ai limiti del blocco delle attività assistenziali".
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