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LAMURA E I CONSIGLIERI DI A.N.: ALLE URNE SUBITO !
In merito alla pubblicazione dei dati “Sole 24 ore” sulla qualità della vita nelle città italiane,il capogruppo di A.N. Carlo Lamura e i Consiglieri Matacena, Moretto, Renzullo,Santoro e Schifone, hanno dichiarato: Ormai da 3 anni denunciamo in C...
I Consiglieri Comunali di AN Carlo Lamura, Maurizio Matacena, Vincenzo Moretto, Claudio Renzullo, Andrea Santoro e Luciano Schifone hanno rilasciato la seguente dichiarazione:
«Il Gruppo Consiliare di AN ha condotto contro la delibera de...
Lamura (A.N.): “Ormai sono fin troppo eloquenti i segnali di “cedimento nervoso” della maggioranza di centro-sinistra del Comune di Napoli”.
In merito alle volgari accuse di sciacallaggio politico del Gruppo di An, avanzate da alcuni esponenti dei partiti di centro-sinistra, il Capogruppo di An Carlo Lamura e i Consiglieri Maurizio Matacena, Vincenzo Moretto, Claudio Renzullo, Andrea...
Lamura (A.N.): “Anche l’U.D.C. aderisce alla iniziativa di sfiduciare il Sindaco”.
“Il Capogruppo di Alleanza Nazionale in Consiglio Comunale di Napoli dr. Carlo Lamura comunica di aver ricevuto l’adesione convinta del Consigliere Stanislao Lanzotti, Capogruppo dell’U.D.C. in Consiglio Comunale, alla iniziativa dei Partiti di oppos...
LAMURA (CAPOGRUPPO PDL) “Il Comune non paga: le scuole rischiano di tagliare il servizio mensa. ”
Neanche la scuola si sottrae alla politica economica scellerata e agli sperperi del centro-sinistra. Così esordisce Lamura, capogruppo della Pdl, nel commentare la delicata situazione in cui versano alcune scuole della II e della III municipalità. Il Comune di Napoli è debitore dal 2007 di circa 1.500.000 euro annui per il servizio mensa nei confronti di numerosi plessi scolastici e conferma in questo modo la sua incapacità nell’amministrare e collocare adeguatamente le risorse disponibili. Le scuole dell’infanzia effettuano la refezione su più di cinque turni a settimana per un costo annuo totale di 30.000 euro. Le scuole primarie garantiscono lo stesso servizio per due volte a settimana, il che equivale ad una spesa di 10.000 euro all’anno. Esauriti i fondi, i dirigenti scolastici si sono visti costretti a procedere a dolorosi tagli dell’organico, sacrificando parte del personale ATA. Le gare d’appalto, condotte al massimo ribasso dalle municipalità, hanno spinto i fornitori a non garantire la fondamentale figura del refezionista e a scaricare sulle scuole l’onere di organizzare un servizio mensa adeguato, nonché lo sgradevole, se non impossibile compito di attingere ad un personale ridotto ai minimi termini ed in attesa, ormai da tempi biblici, della busta paga. Privare le scuole della necessaria refezione – incalza Lamura – significa costringere gli studenti a “ pranzi fai da te”, che potrebbero mettere a repentaglio qualsiasi misura di sicurezza igienico-sanitaria. Gli istituti della II e III municipalità, cui si associano i dirigenti scolastici della V e dell’ VIII si limitano a richiedere che il servizio di distribuzione dei pasti non coinvolga il personale scolastico, ma la ditta vincitrice dell’appalto e/o l’amministrazione comunale, da sole in grado di garantire una corretta prassi igienica. Allo stato attuale, che i debiti di qualsiasi genere vengano sanati sembra essere un’utopia, eppure il comune si dimostra capace di arricchire la propria sostanziale inadempienza con nuovi contributi- conclude Lamura - privando le scuole e gli studenti di un servizio-diritto elementare e perciò sacrosanto.